(già S. Pietro e poi S. Agostino)
La prima chiesetta fu eretta ai primi anni del sec. XII, quando era grancia della parrocchia di S. Nicola; custodiva il sacro tempio un eremita che viveva dell’elemosina dei fedeli. Era di modeste proporzioni, dedicato a San Pietro, successivamente si chiamò Santa Croce sino alla venuta dei PP. Agostiniani. Alla loro venuta nel 1514, la dedicarono a S. Pietro, e successivamente edificandovi un piccolo convento dell’Ordine Eremitano di S. Agostino
intitolata a questo Santo, loro protettore.
Il convento era piccolo, ma comodo; aveva il suo chiostro con cisterna e giardino, la chiesetta con il campanile e due campane.
Verso la metà del secolo XVI, forse nell’anno 1564 i Padri Agostiniani portarono dalla Sicilia il simulacro della Madonna del Soccorso, che venne posto in una nicchia di legno di noce, e ne promossero il culto per una grande devozione del popolo.
Degli altari erano più noti: quello di Santa Croce o Crocifisso con l’omonima Confraternita, sotto la protezione di S. Monica e di S. Agostino e l’altare dedicato a Maria SS. del Soccorso.
Nel 1633 divenne Grancia della Cattedrale, ma poi ritornò alla primitiva parrocchia.
Il terremoto del 30 luglio 1627 distrusse i dormitori e il campanile, però le campane rimasero illese; della chiesa rovinò soltanto il tetto.
I Padri Agostiniani nel 1652 dovettero lasciare la chiesa a seguito della Bolla Pontificia “Instaurandae Religionis” che stabiliva la chiusura dei piccoli conventi.
Andati via gli Agostiniani, i fedeli accorsero sempre più numerosi alla chiesetta, come a colmare, con la loro devozione, il vuoto della solitudine lasciata dai Padri, ed alla chiesa ci pensarono i confratelli della confraternita del Crocifisso. Tanto cresceva questa testimonianza di fede nel tempo, da indurre il vescovo mons. Carlo Felice de Matta (1678-1704) ad istituire una Confraternita nell’anno 1680. Con l’istituzione della nuova Confraternita, la chiesa venne ripulita e benedetta.
Dal 1750 al 1759 si rinnovò la chiesa, sopraelevandola all’altezza attuale; sulla volta era dipinta l’immagine della Madonna. La navata di forma quasi ovale, aveva tre altari a destra e tre a sinistra. Nel 1765, l’artista napoletano Vincenzo Palmieri preparò il nuovo altare con la nicchia per la statua della Madonna. Tre anni dopo il vescovo mons. Benedetto Scaramuccia (1768-1775) consacrò l’altare.
L’altare maggiore si arricchiva della statua della Madonna, sempre custodita in una piccola nicchia di legno, si aprirono sopra agli altari altrettanti finestroni; sotto il pavimento si predisposero sepolture per bambini e adulti. Nello stesso periodo si iniziò anche ad elevare il nuovo campanile, ultimato nel 1823.
Facciata principaleLa facciata della chiesa è un gioiello d’arte barocca scolpita dal concittadino sanseverese Francesco Cervone, lo stesso “maestro scalpellino” che scolpì anche la facciata della chiesa di S. Lorenzo.
Nelle nicchie, sulla parte superiore della facciata, vi sono le pregevoli sculture in pietra raffiguranti S. Agostino e S. Isidoro Agricolo, opere di Gregorio e Pietro Palmieri (1780).
Nell’interno della chiesa si notano elementi neoclassici misti a quelli barocchi e la meravigliosa volta a cassettone; in stile barocco anche gli altari laterali.
Ai primi dell’800 ebbe inizio l’usanza della processione in onore della Madonna del Soccorso.
Il 22 ottobre 1843 il vescovo mons. Rocco de Gregorio (1843-1858) consacrò la chiesa diCampanile S. Agostino alla B. Vergine del Soccorso, concedendo ai visitatori del tempio quaranta giorni d’indulgenza. Dal 1852 partecipò alla processione anche la statua di San Severo martire e del 1908 anche quella di San Severino dichiarato “compatrono” della città.
Lapide a ricordo dell’incoronazioneNel 1857 papa Pio IX, con la Bolla del 10 settembre, dichiarò la Madonna del Soccorso “Patrona” della città di San Severo. L’8 maggio 1937, con l’intervento del cardinale Caccia Dominioni, di molti vescovi e di autorità civili e militari, la Madonna venne incoronata da mons. Oronzo Durante come ricordale la lapide murata nella parte inferiore a sinistra della facciata.
Nel 1912 per lasciare più spazio ai fedeli che affollavano la chiesa, si spostò l’altare maggiore che anticamente era posto dove ora c’è la balaustra, o poco più avanti, e venne appoggiato alla parete di fondo, dove anticamente era il vecchio coro. Il coro in noce fu spostato nella vecchia sacrestia, e al posto del coro fu messo il nuovo altare maggiore, fatto realizzare dall’artista marmista, romano, Giacomo Boccarini, a devozione di Giandomenico e Maddalena Masselli.
Il 23 giugno 1912 la chiesa del Soccorso fu riaperta al culto dei fedeli e la Madonna che Interno Chiesa del Soccorsodurante i restauri era stata portata nella chiesa di S. Nicola, ritornò nella sua chiesa riccamente abbellita.
Il 22 dicembre 1957, mons. Francesco Orlando, proclama Santuario mariano la chiesa del Soccorso.
Nel 1969 al tocco delle campane è sostituito quello armonico di un “carillon” elettrico di undici campane, di cui otto donate dai fedeli; esse scandiscono motivi mariani.
La festa della Vergine del Soccorso si svolge nella terza domenica di maggio. La statua, accompagnata dalle statue di San Severo martire, San Severino e dei tre Arcangeli, questi ultimi custoditi anch’essi nel Santuario, percorre le strade centrali di San Severo e il giorno seguente quelle delle zone periferiche.
In questa chiesa ed in Cattedrale, fino a qualche decennio addietro, negli anni sessanta, avvenivano dei pellegrinaggi di Molisani, Beneventani ed Irpini per la fervente devozione verso la nostra Madonna del Soccorso, in particolare durante il periodo della festa patronale.
Entrando, sulla destra, si può vedere la nicchia con la statua dell’Angelo Gabriele, scolpita in legno, opera dell’artista Pasquale De Capita che la scolpì nel 1862. Sempre sulla destra, l’altare di S. Michele Arcangelo, la cui statua fu scolpita da Giuseppe Catelli di Napoli nel 1866, mentre l’altare in marmo è opera napoletana del 1800. Sempre sul lato destro della navata, l’altare di S. Francesco da Paola la cui statua fu scolpita dall’artista Paquale De Capita nel 1860.
A sinistra della navata possiamo vedere la nicchia dell’Angelo Custode, la cui statua scolpita in legno nel 1862 è opera dell’artista Pasquale De Capita. Segua l’altare di S. Raffaele Arcangelo, la cui statua fu scolpita verso il 1750 dall’artista Domenico Urbano di Andria. Sempre sulla sinistra si nota l’altare di S. Agostino, la statua fu scolpita dall’artista Giuseppe Catelli di Napoli nel 1864.
Un bel presepe, dell’artista napoletano Catelli, arricchì la chiesa del Soccorso nel 1877.
Inoltre vi sono sulla sinistra, prima della balaustra, la statua di S. Cuore di Gesù e a destra l’altare del Crocifisso. A sinistra dell’altare è la tela dell’annunciazione, di M. Sparavilla. Inoltre è custodita anche una pesante croce di legno, che viene portata sulle spalle da un penitente durante la processione mattutina del Venerdì Santo e un artistico calvario in legno di noce, scolpito a mano nel 1951, pregevole opera dell’artista concittadino Comm. Antonio D’Amico.
Negli anni 60 furono eseguiti lavori di restauro, all’interno del Santuario, ed in quel periodo il simulacro della Madonna venne portato nella chiesa di S. Giovanni Battista.
A partire dall’anno 1990 fino al 1998, sono stati eseguiti altri lavori di restauro, in tutto il periodo dei lavori il Santuario è rimasto sempre aperto al culto dei fedeli, permettendo sempre la visualità dell’altare maggiore e del simulacro della Madonna.