a cura di Antonio Masselli

I Festeggiamenti dei  sanseveresi in onore di Maria Santissima.

La Devozione dei sanseveresi per  Maria Santissima, la Madre di  Nostro Signore Gesù Cristo, si è sempre manifestata  nella nostra comunità  cittadina,  con un  grande fervore, con un grande entusiasmo e soprattutto  con una grande dimostrazione di fede.

Le più  importanti festività  mariane, nella nostra San Severo, non sono da meno, per imponenza  dei festeggiamenti, a quelle che si svolgono nelle  più grandi città italiane, e sono entrate  ormai a far parte delle nostre tradizioni.

La più antica festività mariana del nostro territorio è senz’altro  quella di Maria SS.ma del Soccorso, la Nostra Celeste Patrona, la nostra  Protettrice, in tutte le sciagure e le calamità che dovette sopportare  il nostro popolo. San Severo, famosa per il vino buono, l’olio e il grano, aveva  messo  nelle mani della sua Patrona, della sua Protettrice,  i simboli della  ricchezza della sua terra, “la spiga di grano“  e  “il grappolo d’uva”.

La Madre dispensatrice di grazie, che protegge tutti i suoi figli anche quelli che  sono lontani dalla nostra San Severo e che nella festività di maggio  ritornano  per  rivedere e per ringraziare la loro Madonna .

Essere  “sanseveresi” significa soprattutto  avere nel cuore la fede per la Madonna del Soccorso…poi , tutto il resto, viene dopo!

I preparativi per  la festa di  maggio, di ogni anno, sono sempre in continuo fermento, per preparare  una festa sempre più bella, sempre più ricca di novità, di curiosità, di attrattive; si pensa alla festa religiosa, della Domenica e del Lunedì della festa, alle batterie, ai fuochi pirotecnici, alle Bande Musicali che per tradizione devono suonare in Piazza Municipio, per le vie della Città, al “Cantante”, alle Luminarie.

Un paese che in quei  giorni  cambia aspetto, si veste a festa, si tinge di colori, si  colma di gente, di rumori  di voci, di suoni, di venditori.

Nelle mani  della Madonna dell’Oliveto,  i Sanseveresi, avevano posto invece, il ramoscello di olivo, a protezione  di un’altra coltura di cui i Sanseveresi erano diventati “ maestri “.                                                       

La statua della Madonna dell’Oliveto, antichissima, venerata, da secoli, nella sua cappellina rurale, a pochi chilometri su via Foggia,  lungo il Tratturo  della transumanza, ricorda  oltre che la Sua Devozione legata alla protezione dei campi, soprattutto  delle  belle feste campestri, con  corse  dei cavalli, corse nei sacchi, batterie e fuochi pirotecnici, e processioni con la statua della Vergine, per le contrade rurali..

Troviamo citate queste feste campestri, nell’opera dello storico Matteo Fraccacreta

“Teatro  Topografico –Storico della capitanata” scritto dell’inizio del 1800 – il quale  ci dice  che le festività  si celebravano il 25 Marzo  e la Domenica seguente a quella in Albis “…con inaudito concorso, e tre spettacoli equestri, la cui prima corsa   iniziava dal ponte  sul fiume Triolo per finire  sul lato Nord della  mezzana  intorno la Chiesa dell’Oliveto”.

Nel 1811 questa Chiesetta rurale era stata abbandonata, perché crollata in seguito a terremoti, successivamente fu affidata alle cure della famiglia Masselli, fu ricostruita, e  in questo periodo fu ravvivata la Devozione. La statua  fu  rivestita di nuovi  abiti  ricamati in oro (esposti per molto tempo al Museo Diocesano di San Severo), anche la pedana processionale fu fatta fare a devozione  di Giuseppina Masselli  fu Alfonso, proprietaria delle terre circostanti  della  Masseria La Cupola.

Nell’ ottobre del 1863, la statua della Vergine, per sottrarla alla profanazione dei Briganti, che infestavano le nostre contrade, fu trasportata  nella Chiesa di Croce Santa, e nel maggio successivo, fu riportata in processione, con grande festa, nella sua cappellina rurale di Via Foggia, si festeggiò quell’avvenimento con corse e premi  e con l’intervento della Banda Musicale  di santa Croce di Magliano.

Sappiamo che più anticamente nella sua festività, la statua della Vergine dell’Oliveto, veniva portata di sera, in città, sopra un carro adorno di foglie, fiori e lumi, ma, dice Elvira Azzeruoli (1934): “ora si festeggia sul luogo e la gente si reca festosa nel sacro oliveto ad ascoltare la musica  o ad assistere a gare  di corsa e giochi sportivi”.

In quell’epoca, la cappellina rurale  veniva aperta  al culto dei fedeli, la domenica, perché si celebrava la Messa per quei lavoratori  che abitavano nelle  vicine  contrade rurali

Si ha notizia, a tal proposito, di una  bella festa campestre, intorno agli anni 1920, in contrada “Li Gatti” in agro di Torremaggiore,

La Festa, in onore della Madonna Addolorata, si svolse con processione, partita di calcio,( nella quale giocarono i medici  di San Severo,) fuochi pirotecnici e bancarelle di noccioline.

  Altra festività  Mariana  importante, per la nostra comunità  religiosa di San Severo, è quella che si svolge  ad ottobre, in onore di Nostra Signora del Rosario, presso la Chiesa della Trinità o dei  Padri Celestini.

E’ la Confraternita del Rosario a curare  i preparativi  di questa festività, sia delle funzioni religiose, della Processione  e delle altre manifestazioni.

La  Storia di questa secolare Devozione per la Vergine del Rosario in San Severo, ci viene egregiamente  documentata  dal nostro  Antonio Irmici (1845-1927) il quale, nella Chiesa dei Celestini e tra i Confratelli del Rosario, nella qualità di Segretario, passò gran parte della sua vita, fortunatamente, annotando  in alcuni suoi manoscritti , aneddoti e notizie  storiche,  di notevole interesse.

I Confratelli del Rosario, nelle processioni vestono un saio bianco, con mozzetta di raso di colore nero e medaglione della Vergine del Rosario sul petto.

 A Maria SS.ma del Carmelo, San Severo  riserva  una grande fetta del suo filiale amore e Devozione. Imponenti sono comunque i festeggiamenti  che  da diversi anni ormai, onorano la nostra Madonna del Carmelo in San Severo, a cura dell’Arciconfraternita  del Carmine . In questa Chiesa, si venerava  un antica immagine  dipinta ad olio, di una  Madonna con fattezze brune, (dipinto ad olio che tuttora si conserva); successivamente e precisamente nel 1794, per cura del Priore del Sodalizio  Nicola Masselli, la Chiesa venne decorata della bellissima scultura  della SS.V. del Carmine, scolpita in Napoli dall’ artista Gennaro Trillocco; e questa è la statua che tuttora possiamo ammirare  sull’altare